La ferocia di pochi attimi: a Palazzo Thiene a Vicenza la personale di Francabandera dedicata ai disegni teatrali realizzati in live painting



Renzo Francabandera negli ultimi 20 anni ha raccontato il teatro in modo tutto personale, aggiungendo alle sue riflessioni scritte quelle disegnate nel buio della sala. Per oltre quindici anni l’artista ha realizzato una perlustrazione del passaggio performativo internazionale, raccogliendo appunti grafici durante gli spettacoli, realizzati nella ferocia di pochi attimi, come ricorda il titolo di questa mostra. 

Nate come veloci note a corredo della sua attività di critico delle arti sceniche, queste istantanee a inchiostro e pastello hanno assunto fin dall’inizio una rilevanza di valore artistico assoluto, indipendente dallo stimolo originario.
La personale, ospitata nella galleria di Palazzo Thiene e realizzata con il contributo dai due concomitanti festival vicentini IllustriBe Popular!, dedicati rispettivamente alle arti grafiche e a quelle sceniche, è simbolica convergenza delle forme espressive a cui l’artista e studioso di teatro ha destinato il tempo della vita creativa.

La mostra vicentina offre alla visione del pubblico una piccola ma significativa parte della grande collezione dell’artista, scelte fra le diverse centinaia di opere realizzate in un arco temporale che va dalla fine del primo decennio del Duemila ad oggi, alcune delle quali già esposte in importanti sedi museali e teatrali italiane.
In questo percorso, l’appassionante tentativo di rendere eterna e metatemporale la magia della scena, con piccoli e veloci schizzi e collage privi di passo narrativo, fa emergere frammenti delicati e lirici di un personale palinsesto teatrale.

Di Francabandera si riconosce il tratto espressivo, l’innegabile cifra emotiva: la cronaca del fatto teatrale in queste opere si disfa, nel fragile stemperarsi delle linee, dei volti, del movimento, tutti colti con rapidi tratti discontinui.
Sono presenti anche alcune opere che si riferiscono all’attività artistica della Compagnia vicentina Stivalaccio Teatro, che enfatizzano il rapporto dell’umano con la maschera, con la finzione e con lo svelamento di se stessi.

Il dono di Renzo, fare diventare l’attimo che fugge, il non ripetibile… un atto estremo che resta, che in un tratto veloce e quasi incompiuto diventa memoria per tutti, istantanea polaroid pittorica che si fa testimonianza e cronaca. “

Antonio Latella